La storia del Talismano Greco |
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Scritto da di Luca ilbellodelladiretta Sgarbi (guest Stefano Fogliani e, ovvio, il Talismano stesso)
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domenica 05 febbraio 2012 |
Il Bello della diretta e il Talismano La prima volta che m’imbattei nel Talismano, il Sassuolo era sesquipedalmente lontano dai pensieri di entrambi, presa com’era – la mente mia e del Talismano, s’intende – a volteggiare sotto le gonnelle castigatissime delle giovin signorine bassopadane. Allora, per esser completamente sinceri, il nostro non si agghindava (non ancora, almeno) come il ministro del commercio uzbeko né come uno sgraziato rappresentante di aspirapolveri, ma pascolava nei corridoi del “Liceo Pico” con la tuta di rappresentanza della maggiore società calcistica della città dei Pio, autoproclamandosi “calciatore semi-professionista”. Anno 1997 e il sodalizio di Piazza Risorgimento, ancora distante dal bivio-Squinzi, se la passava anche peggio del Talismano, annegato in un Campionato Nazionale Dilettanti in cui le avversarie si presentavano coi nomi non certo altisonanti di Settaurense e Arzignano e le paillette e i lustrini di oggi erano tanto lontani quanto lo è oggi la vetta della classifica per lo Junior Finale, squadra con la quale il Talismano inganna pomeriggi domenicali vuoti “come uova di cioccolato”.
Così, per non tediarvi col racconto dell’evoluzione fisica (?) e mentale (??) del Talismano - ché nella scrittura e nei film non ci sono tempi morti, mentre la vita è piena di tempi morti… - mi sembra doveroso quanto inevitabile ripensare a quando il filo si è annodato, a quando la strada del nostro incrociò i destini neroverdi, cui sottendeva all’epoca Lord Brummel Pioli. Fu proprio all’apice di quell’avventura, trasferta triestina decisa da un rubino di Quadrini in mezzo ad una bora vigliacca e traditrice, che si palesò il Talismano. Zemaniano di facciata ma tacitamente innamorato della proposta calcistica dei vari Colantuono e Novellino, vanta un paio di soprannomi in grado di far riflettere anche un giornalista qualsiasi. “Il Premier”, date le affinità elettive verso il playboy brianzolo nonché ex capo del governo, ma anche il “Pitone di Gavello Ferrarese” per i suoi trascorsi calcistici tra Vigarano Mainarda, Cocomaro di Focomorto e Ficarolo, terre di confine in cui le zanzare sono provviste di targa automobilistica e i campi fangosi esaltano più gli sfradori (calciatori dall’ammonizione facile) che i fini dicitori. Se con il Sassuolo il Talismano ha imparato a raccontare il pallone, è tra il mantovano e il ferrarese che ha imparato a giocarci. Spazi aperti, zone in cui la depressione infinita può immalinconire e il commovente spirito festaiolo del Talismano si scontra con nebbie pesanti come la classifica di Gregucci e il quadrilatero mondano compreso tra Pastureria, La Pavonara, Canaro e Garofolo – zona a sud del Po in pieno territorio rodigino - viene eletto a terreno di caccia alle fagiane. L’esistenza complicata del nostro però non ne impedisce la discesa in campo a favore dell’impegno umanitario come dirigente accompagnatore del “GinocchiereChampagne Volley”, formazione pallavolistica femminile marsigliese, espressione della comunità nudista di Cap D’Adge e composta da ragazze esuberanti e disinibite. Uomo a tutto tondo, il Talismano, laureato all’Università della sua Ferrara, commerciale di una nota azienda metalmeccanica del modenese e…. neroverde. Per scelta. Perché, come dice il Burgess di Arancia Meccanica, è la possibilità di scegliere che fa la differenza. Se nasci alla Consolata o a Braida, nessun merito. Ma se vieni al mondo dove le piene del grande fiume fanno paura e il dialetto suona spaventosamente gutturale, allora il tuo cuore neroverde pesa infinitamente di più.Il Talismano Greco con le ragazze della GinocchiereChampagne Volley
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