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Due diversi approcci. E una sola foto Stampa E-mail
Scritto da Marcello Micheloni   
lunedì 08 maggio 2006
Don Achille Lumetti ci ha stupito. Il sacerdote, un paio di giorni prima dell’incontro, ci aveva chiesto qualche traccia degli argomenti che avremmo toccato nel “faccia a faccia” per prepararsi al meglio, immaginiamo per non essere impreciso a proposito di un tema per lui, più di altri, comprensibilmente delicato. Ma non ci ha stupito per questo, anzi: la serietà con cui ha voluto affrontare il dibattito ci ha solo gratificato.
Così come a stupirci non è stata la modalità oratoria del parroco: alcune risposte le aveva già preparate, specie quelle sui temi più importanti, appuntate su di un foglio a mo’ di discorso. Sembravano piccole omelie, come se il sacerdote avesse utilizzato le medesime modalità che di solito (supponiamo) adotta per le “prediche” delle funzioni religiose. Risposte ragionate, attente, diligenti. Ma senza eventualità di contraddittorio, proprio come in chiesa.
Don Lumetti durante il faccia a faccia. Ma la foto del gay non c'è...
Don Achille Lumetti

Don Achille ci ha stupito quando ha cominciato ad essere più sciolto, quando, forse perché accortisi con certezza di poter dialogare tranquillamente con il suo interlocutore, ha abbandonato per lunghi tratti gli appunti per parlare “a braccio”, e davvero col cuore. Qui è emerso un coraggio che non ci aspettavamo, con un Don Achille magari meno puntiglioso ma che di sicuro tutti abbiamo sentito più vicino. E sono così uscite confidenze appassionate e sincere oltre a botta e risposta molto lontani dagli standard della predica di una messa.
Io non so di cosa volesse “chiacchierar” Adriano Celentano col prete che non trovava nella domenica di Azzurro. Forse, conoscendo l’eclettismo del “molleggiato”, anche di omosessualità. Il ragazzo gay che ha partecipato al nostro faccia a faccia naturalmente aveva ben chiaro l’argomento. E pure il suo è stato un approccio che in parte ci ha stupito: non certo per la spontaneità utilizzata, quasi da “bar”, da discorsi con gli amici. Poche formalità e nessun foglietto preparato, insomma, dato che non c’è nessun testo sacro o non sacro che possa suggerirti quello che provi dentro.
Quello che (in parte, ripeto) ci ha stupito è che il ragazzo ha voluto che per lui fosse mantenuto l’anonimato. E vi possiamo assicurare che non è stato per mancanza di coraggio, tutt’altro. La stessa scelta, d’altronde, l’hanno fatta le due ragazze omosessuali intervistate nella pagina seguente.
Il motivo, qualunque sia, è solo suo. Il vero peccato è che ci sia ancora, questo motivo.
Chissà, magari è solo questione di tempo e al prossimo “faccia a faccia” potremo mettere le foto di entrambi i protagonisti, chiunque essi siano.


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