Numero 48, Autunno 2009 - UN NUMERO SPECIALE: con questa uscita
si chiude la prima parte della vita del "Sassolino" inteso come mensile,
mentre prosegue a pieno ritmo il portale "il Sassolino.net" (e comunque
non finirà qui!). A corredo di una mostra organizzata dalla Redazione,
ecco un numero speciale con tanti aneddoti, un racconto di Emilio
Rentocchini, il lavoro di Leo Turrini e tanto altro...
Clicca sulla copertina per scaricare il Sassolino SPECIALE dell'autunno 2009 in .pdf
SI', D'ACCORDO, quelli del cinema sono gli altri, i Lakers, che in prima fila hanno tutto il meglio dello star system hollywoodiano. E poi di storie da cinema ce ne sono anche in quello spogliatoio, perché la faccia da schiaffi di Vujacic è da western, il dramma del figlio di Odom è una tragedia da lasciare senza fiato, Kobe è sempre Kobe. Ma i Celtics di quest’anno, ragazzi… I Celtics di quest’anno erano una sceneggiatura vivente.
MOTIVAZIONI? Da vendere: da una vita non arrivavano in finale, anzi, venivano da un bel po’ di stagioni da schifo. La classica “fame” che fa la differenza. Si parte sempre da lì, il resto è fuffa. I protagonisti? Perfetti: Kevin Garnett è uno di quelli dal cuore più enorme di tutta la Nba e non aveva mai vinto nulla; Ray Allen (che di cinema ne ha fatto davvero) è uno di quelli dal tiro più puro di tutta la Nba e non aveva mai vinto nulla; Paul Pierce (che di coltellate da film gansta-rap ne ha prese davvero) negli anni è maturato in maniera esponenziale, e anche lui, a Boston da una vita, non aveva mai vinto nulla. I comprimari? Indispensabili, come in ogni film che si rispetti: senza John Turturro che fa strike, Il Grande Lebowski sarebbe meno grande; senza Morgan Freeman che pulisce la palestra, Million Dollar Baby sarebbe meno da leggenda. E senza quel pirata di Rondo, quel fratellone maggiore di provincia che è Perkins, quel agente speciale che è Posey, i Celtics di quest’anno non avrebbero vinto. DI LA' C'ERA BRYANT, splendido, ma troppo arrogante per poter reggere da solo una storia. Perfetto, invece, per fare il cattivo della pellicola, cosa per cui nessun Celtics aveva la faccia giusta. Nessuno, compreso Rivers, cento volte più ruspante e simpatico di un Phil Jackson sempre più simile al nemico di James Bond che accarezza il suo vanitoso gatto bianco. E per tornare al Kobe “antagonista”, beh, per quanto riguarda l’interazione con i personaggi secondari, onestamente, poca roba. D’altronde è da sempre l’errore dei cattivi: puntare troppo poco sui guardaspalla. Gli scagnozzi del Joker prendono costantemente una mandria di schiaffi. I buoni invece no, lo sanno come gira. Sanno che nemmeno Batman ce la farebbe senza Robin. Ma neanche senza il maggiordomo Alfred che gli pulisce casa. SI VA AVANTI NELLO SCRIPT, nelle partite, nelle scene, e come sa bene Humphrey Bogart più vai avanti e più le difficoltà aumentano e le bocche da zittire si moltiplicano: con tutti che dicono “ma questi qui di Boston erano buoni solo da regular season, ai playoffs scoppieranno” e invece (soffrendo, e ci mancherebbe altro!) riescono a proseguire; con tutti che dicono “ma questi qui di Boston vincono solo in casa” e invece sbancano Detroit. E POI IL FINALE. Anzi, le finali, dalla trama perfetta, con capitan Pierce che sembra farsi male e dover abbandonare la barca ma che invece rientra tra il putiferio generale e gioca meglio che mai. Timing da Hitchcock. E le 6 (sei!) doppie doppie di Garnett, umili e orgogliose. E tutti che si sbucciano ginocchia e gomiti. I Lakers al cospetto sembrano troppo una pellicola estiva, che magari incassa bene ma poi si dimentica. I Celtics no, persino Ray Allen difende come un ossesso e resta concentrato anche dopo aver saputo della grave malattia del pargolo (mica si vorrà far mancare qualcosa alla trama, no?). GIUSTO COSI', a volte vince ancora il cuore. Al cinema ci si va per lo stesso motivo. E Jack Nicholson che urla a bordo campo per i Lakers questa volta aveva sbagliato film. Capita.
Bella roba Monch!
Sinceramente durante gli anni 80 tifavo i Lakers....troppo geniale Magic, troppo alternativo Kareem, troppo atletico Worthy, troppo cattivo Rambis e troppo belle le cheerleaders di Los Angeles per non tifare i gialloviola....invece, se devo essere sincero, in questa riedizione ero tutto per Boston, molto più umili, onesti, lavoratori e determinati rispetto ai rivali hollywoodiani....come si cambia nella vita....
P.S. Poi vuoi mettere sentire cantare ancora "Beat L.A." al Boston Garden....
Ammetto di tenere i New York Knickerbockers , ma sentir cantare contro i Lakers "Nana-nananana-yehee-goodbye!" mi ha fatto notevolissimamente piacere...Spero che dopo 35 anni di astinenza lo si possa presto fare anche a N.Y.!
Devo altresì ammettere che la telecronaca è stata di un livello eccelso, penso che ci siano solo due personaggi che possano definire la terra come un "gnocco minerale che gira attorno al sole"