Sassuolo reale VS Sassuolo virtuale |
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Scritto da Diego Fontana
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venerdì 13 febbraio 2009 |
Mappatura della Sassuolo su Facebook (al 10-02-2009) Durante la mia lunga permanenza a Milano mi veniva naturale cercare i vecchi amici di Sassuolo su Facebook. Si dice che questo Social Network sia nato proprio per quello: ritrovare conoscenze disperse nello spazio e nel tempo. Si dice anche che sia stato inventato da un ex membro della Cia, se è per questo. Si dicono davvero un sacco di cose su Facebook. Quello che è certo è che sta dilagando anche a Sassuolo. E adesso che abito di nuovo qui, mi sorprendo ogni tanto a riflettere. Voglio dire: la Sassuolo che sbirci dal monitor è una città abbastanza diversa dalla Sassuolo che incontri per strada, mentre vai al lavoro o fai la spesa.
PRIMO: I LUOGHI. Quando cammini per Sassuolo, giri per le Piazze, vedi il Palazzo Ducale, passeggi per via Menotti. Nella Sassuolo che vive su Facebook invece, Piazza Piccola è quasi inesistente. Si è ridotta a un microscopico gruppetto che non arriva a dieci iscritti. È molto più vasto, famoso e popolato il Parco di Viale Verdi, a giudicare da quanti membri conta il Gruppo Parchetto e... tutti gli scoppiati di Sassuolo!. Anche la questione Braida è interessante: digitando sul motore di ricerca di Facebook il nome del quartiere di Sassuolo più nominato dai media, non si trova praticamente nulla. Scavando con più attenzione, si scopre che è molto facile vederlo nominato in raggruppamenti di stampo civile o politico, ma sono quasi inesistenti i gruppi ufficialmente dedicati ad esso. Gli unici sembrano essere la squadra di Basket Braida Black Birds, e un curioso assembramento di persone più preoccupate dal look di certi ragazzi che da questioni d’altro genere: Via gli Emo da Braida, dichiarano battagliere.
SECONDO: I TEMPI. Internet dovrebbe essere il luogo del cambiamento, della velocità, dell’eterno rinnovamento, giusto? Sbagliato: ai nostalgici farà piacere sapere che nella Sassuolo virtuale si conservano perfettamente intatti edifici, associazioni o addirittura scuole che invece nella realtà non esistono più, come il vecchio originale Oasis e l’ex-scuola Gabelli. In più, le Leonardo Da Vinci e le Ruini conservano ancora gloriosamente nome e studenti.
TERZO: LE IDENTITÀ. A Sassuolo, come del resto in tutte le altre città del mondo, quando cerchi una persona, di norma la trovi. Su Facebook invece quando cerchi un nome saltano fuori almeno quattro, cinque persone. E spesso la foto del profilo è così piccola che è facile confondersi. Per mesi ho creduto di essere di nuovo in contatto con un vecchio amico, prima di capire che era di Piacenza! Lo stesso “Sassolino” vanta almeno sei omonimi: provate a digitare Lino Sasso nel motore di ricerca. Io stesso ho sofferto di una piccola crisi d’identità, prima di fondare il gruppo: Piacere, siamo i Dieghi Fontana.
QUARTO: GLI AMICI. Su Facebook gli amici sono come batteri contagiosi: si moltiplicano in modo esponenziale. C’è chi ne ha duecento, trecento, quattrocento. Tutti sono amici di tutti. Personalmente, credo di sfiorare le cinquecento amicizie, e ogni giorno qualcun altro mi chiede di diventare suo amico. Provate ad immaginare se fosse così anche nella realtà: si passerebbe la giornata intera a salutare e stringere mani, non si riuscirebbe neanche a prendere un caffé al mattino, senza essere aggrediti da una cinquantina di persone che vogliono sapere come stiamo.
ULTIMO: LA NOTORIETÀ. Va bene, Nek, Bertoli, il Sassuolo Calcio e i Modena City Ramblers sono equamente celebri nella Sassuolo in cui cammini, quanto in quella in cui navighi. Ma qualcosa comunque non torna. Con tutto il rispetto, per motivi generazionali non mi sarei mai aspettato che la Caterina Caselli virtuale avesse tutti questi web-fan. Controllare per credere. Addirittura del tutto assente è una delle personalità più eminenti: il Cardinal Ruini. Curiosamente è citato solo nei numerosissimi gruppi della Littizzetto, che di certo sassolese non è.
CONCLUSIONE SEMISERIA. Si direbbe che la geografia della Sassuolo virtuale sia sprovvista di un vero centro. In mancanza d’altro, si creano una miriade di punti d’attrazione differenti, spesso ramificati attorno al viale principale: la nostalgia. Che osservare questa Sassuolo un po’ deforme attraverso la lente di Facebook possa aiutarci a capire meglio la Sassuolo in cui viviamo ogni giorno? Io di sicuro non so rispondere. E poi adesso non ho tempo, che devo aggiornare il profilo.
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