Va in archivio il 2009: Mandorlini lo giudicò da 9, Pioli lo giudica “comunque positivo”. In attesa che Empoli e Lecce provino la febbre ai neroverdi, il giochino lo sottopongo ai miei quindici lettori (sono molti ma molti di più, caro Steve ;), ndr). Per voi come è stato il 2009 neroverde ? Chi il migliore, chi il peggiore ? Quale la più grossa delusione e quale la gioia più inaspettata ? Ripercorriamolo, intanto, visto che in questi giorni abbiamo tutti un po’ di tempo e il Castellani è ancora (abbastanza) lontano, riavvolgendo il nastro allo scorso gennaio quando, chiuso il 2008 da capoclassifica, il Sassuolo comincia il 2009 come lo ha finito, ovvero con un rinvio. La prima gara del 2009, in programma il 9 gennaio contro il Brescia, viene rinviata per ghiaccio: è il primo di una serie di colpi di scena che trasformano il 2009 neroverde in un susseguirsi di alti e bassi, che vedono il Sassuolo sfiorare uno storico playoff e ripresentarsi ai nastri di partenza della stagione 2009/10 con l’intenzione di riprendersi quello che la stagione scorsa ha tolto loro.
Gennaio Tre pareggi (Brescia, Parma e Pisa) e una vittoria tengono il Sassuolo nella zona che conta della classifica, a -1 dalla promozione diretta e a +2 sulla settima: dal mercato arrivano Martinetti e Pinzan, in parecchi dicono che si poteva (e doveva) fare di più.
Febbraio Una sconfitta (a Bergamo), un pari e tre vittorie sembrano mettere al sicuro almeno i playoff: dopo Treviso, i neroverdi guadagnano un + 7 sulla settima, e le capolista (Bari e Livorno, che dovranno passare dal Ricci) sono solo due punti sopra. Nessuno parla più di salvezza, e lo stesso Squinzi alza l’asticella delle aspettative.
Marzo Due punti in quattro gare azzerano il bonus: il Sassuolo perde terreno rispetto alle prime due della classe (-8 dalla zona A), gli inseguitori ricuciono lo svantaggio da 7 a 2 punti e nel gruppo cominciano a intravedersi tensioni (memorabile il tellurico dopogara di Empoli di Mandorlini) che mineranno più di un equilibrio proprio nel momento topico della stagione.
Aprile E’ il mese che vale la stagione: un calendario bizzarro regala ai neroverdi quattro gare su cinque al Braglia, ma i neroverdi ne approfittano in parte: due vittorie, due pareggi e la sconfitta nel derby tagliano fuori il Sassuolo dalla lotta per la promozione diretta, la fatica comincia a farsi sentire, le assenze (Rea, Donazzan, Poli a singhiozzo, Andreolli, cui si aggiungerà a inizio anno Piccioni) pure, e l’essere ancora tra le prime sei è consolazione che non durerà a lungo.
Maggio Il pari con il Frosinone inaugura la serie che costa al Sassuolo i playoff: i neroverdi perdono tra i rimpianti ad Ancona, tra le polemiche con il Livorno e Rosetti, a Brescia, completa l’opera regalando loro zero punti in tre gare. I 59 punti con cui il Sassuolo arriva all’ultima gara dell’anno, contro il Parma già promosso, valgono le poche speranze di riagguantare quel sesto posto sul quale, battendo il Frosinone, resterà tuttavia il Grosseto.
Giugno Mandorlini da’ nove alla sua squadra e va in vacanza con un arrivederci che somiglia molto ad un addio, e a stretto giro di posta lascia anche Bonato, destinazione Verona. Giovanni Rossi, che comincia a costruire la squadra: per la panchina arriva Pioli, partono Selva, Pensalfini, Pagani, Erpen, Pinzan, Poli e Andreolli.
Luglio L’arrivo di Minelli, Rossini, Riccio, Quadrini e dei giovani Titone, Romano, Falcinelli confermano che il diktat di Squinzi, che vuole migliorare il sesto posto della stagione 2008/09, stato recepito in toto. Il Sassuolo va in ritiro a Carpineti, cede Anselmi al Verona e prende Gorzegno dal Brescia.
Agosto Coppa e amichevoli dicono che il nuovo Sassuolo va, l’avvio di campionato sembra confermarlo: vittoria contro il Crotone e pareggio a Vicenza, sotto gli occhi di Squinzi.
Settembre La vittoria contro la Triestina riaccende gli entusiasmi, sopiti da due pareggi casalinghi e dalla sconfitta di Brescia. La squadra paga dazio al rinnovamento estivo e alla condizione non al top di alcuni uomini chiave. Si perde poco, è vero, ma il gioco non decolla e produce fiammate improvvise e scivoloni inattesi: il contrario di quella continuità che Pioli pretende dai suoi.
Ottobre Diagnosi confermata ad ottobre: il Sassuolo sbanca Ascoli, perde in casa con il Grosseto, soffre e pareggia a Bergamo, soffre e vince con il Cittadella e sbanca anche Frosinone. I troppi alti e bassi non impediscono tuttavia ai neroverdi di rimanere agganciati alla zona-playoff.
Novembre I pareggi nel derby e il 2 a 2 di Ancona sono acuti di una squadra ancora alla ricerca di se stessa e che, in casa con il Piacenza, perde la partita e Zampagna, e scivola a fine mese al decimo posto. Pioli, che nel frattempo ha corretto l’assetto di squadra impostando uno schema più coperto del 4-3-3 ereditato da Mandorlini, predica calma e difende il gruppo da critiche e aspettative che, dice il mister “non vorrei condizionassero la squadra, che sta lavorando bene e presto raccoglierà i frutti di questo lavoro”.
Dicembre Aveva ragione Lord Brummel Pioli: Padova, Reggina e Torino cadono sotto i colpi di un Sassuolo ritrovato, che infila tre vittorie consecutive, segna a raffica, subisce zero e si riporta al terzo posto in classifica. La neve manda i neroverdi in pausa in anticipo, il Presidente Rossi infiamma la cena degli auguri auspicando, sotto l’albero, la serie A, l’altro Rossi si mette al lavoro per rinforzare la rosa (e chiude per Valeri) e Pioli mette alla frusta i suoi già dal 27 dicembre. Saranno Empoli e Lecce per prime a misurare le voglie di un Sassuolo che al 2010 chiede almeno quel playoff sfuggito di un nonnulla a metà di un 2009 comunque da ricordare.
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