TAV Noselli, incappato in una giornata imprecisa (sassuolocalcio.it) SASSUOLO-BRESCIA 0-2 - Una rondinella non fa primavera, anzi. Le tepa sport azzurre calzate da Possanzini avrebbero anche fatto tenerezza, se non avessero calpestato le velleità di vertice dei neroverdi lasciando loro, in coda all’autentica prova di forza offerta dal Brescia sul prato del Braglia, solo i cocci di un febbraio da tregenda. Tre punti in un mese, tre sconfitte in quattro gare, tre squadre - e una di troppo, quindi - sui gradini che portano in A senza spareggi, occupati con buona sicurezza dal Sassuolo fino a qualche tempo fa, e adesso di nuovo in gruppo, obbligato al cambio di passo non tanto per evitare che Lecce e Brescia fuggano, quanto per scongiurare il pericolo che le inseguitrici possano raggiungerlo. Tre anche le inseguitrici (Grosseto, Cesena e Ancona, arrivate a tiro dei neroverdi proprio grazie all’impasse di queste ultime settimane) per un Sassuolo al quale, per fare altri discorsi, sabato pomeriggio sarebbe bastato anche solo pareggiare, cullandosi nelle certezze che, almeno per un’altra settimana, avrebbero potuto regalargli lo stop del Grosseto e il mezzo passo falso del Lecce contro la Triestina. Il pareggio, risultato che manca ai neroverdi da metà gennaio, e che probabilmente avrebbe fatto comodo ad entrambe le squadre, se solo una delle squadre non fosse stata il Brescia. Una macchina perfetta, che ha trovato proprio in questo periodo i giusti automatismi, rinforzata sul mercato con ben altro passo e peso rispetto a quello usato da Giovanni Rossi con i neroverdi, e forte di una solidità e un’organizzazione di altra categoria. Troppo forte, almeno oggi, per il Sassuolo, cui Pioli ha dato comunque un segnale importante (a sedere Zampagna, Salvetti e Riccio, un po’ come se Mourinho tenesse fermi, d’amblè Cambiasso, Pandev e Milito) ricevendo dal gruppo un segnale altrettanto importante, ovvero che il Sassuolo è vivo e lotta insieme a noi, e che il pomeriggio storto di Mantova è stato solo un passaggio a vuoto. Il problema è che altri e meno confortanti segnali, al tecnico neroverde (che pure per scongiurare l’aggancio contro i lombardi ha varato un 4-3-1-2 con rombo a centrocampo che in altre occasioni - Torino, Trieste, Reggio Calabria - aveva strapagato) li ha mandati il suo ex compagno (giocarono insieme a Verona e Firenze) Beppe Iachini, che ha fatto sapere chiaro e tondo a Pioli e all’entourage neroverde che questo è, salvo impazzimenti da parte del Lecce capolista o del Brescia stesso, un Sassuolo da playoff. Che può forse cercare la A attraverso strisce importanti da centrare magari nel momento topico della stagione, ma che sarà obbligato a fare i conti, più che con Possanzini e con l’ex Munari, con i vari Grosseto, Ancona, Empoli e Cesena, e magari Torino e Frosinone, sgomitando con loro fino alla fine per quel posto al sole per il quale il Sassuolo non sembra ancora pronto. E’ stato bello stare davanti, finchè e durato, ma l’impressione è che la circostanza difficilmente si manifesterà di nuovo da qui a fine stagione. E non necessariamente per demerito del Sassuolo: qui non si parla delle tre sconfitte consecutive, ma di un passo e di una forza, anche mentale che il Lecce (appena tre punti in più rispetto al Sassuolo a febbraio, ma sempre là davanti) e il Brescia hanno dimostrato di avere, il Sassuolo (remember Gallipoli) ancora no. Voti e soprannomi
Sassuolo-Brescia 0-2(11’ Vass, 17’ s.t. Possanzini)
WALTER idrostop mastic BRESSAN 6TIZIANO canasta POLENGHI 6 JONATHAN rezzonico ROSSINI 5,5 MAURO last man standing MINELLI 5,5 GIANLUIGI rive gauche BIANCO 5 MASSIMILIANO the hunter FUSANI 5,5(20 ‘s.t. EMILIANO il druido SALVETTI) (6)FRANCESCO il fabbricante di chiavi MAGNANELLI 6,5 CARL granito VALERI 5,5 DANIELE the fly QUADRINI 6,5(36’ s.t. RICCARDO libro sacro ZAMPAGNA) (sv)DANIELE la vipera MARTINETTI 5ALESSANDRO treno ad alta velocità NOSELLI 5(15’ s.t. GAETANO cuore di tenebra MASUCCI) (6)
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