Numero 48, Autunno 2009 - UN NUMERO SPECIALE: con questa uscita
si chiude la prima parte della vita del "Sassolino" inteso come mensile,
mentre prosegue a pieno ritmo il portale "il Sassolino.net" (e comunque
non finirà qui!). A corredo di una mostra organizzata dalla Redazione,
ecco un numero speciale con tanti aneddoti, un racconto di Emilio
Rentocchini, il lavoro di Leo Turrini e tanto altro...Clicca sulla copertina per scaricare |
Un gol che vale un museo |
Scritto da Daniele Dieci | |
sabato 09 febbraio 2008 | |
Verona s’è inchinata a Jidayi. Il centrocampista del Sassuolo, un lungagnone piazzato come pochi, forte di testa e bravo coi piedi, ha così punito la curva di estrema destra dell’Hellas Verona, segnando il gol partita e regalando tre punti vitali alla società di piazzale Risorgimento. E’ vero, la partita si è disputata a porte chiuse, ma che soddisfazione per il ragazzo di colore infilare la porta della squadra scaligera, ed esultare al Bentegodi, stadio famoso più per i cori razzisti che per le gesta dei giocatori. E così iniziano a scorrere davanti agli occhi le immagini dei calciatori che si sono ribellati al razzismo negli stadi. Come Zoro, ex difensore del Messina, che in un Messina-Inter di qualche anno fà decise di bloccare la partita, stanco degli insulti e degli animaleschi buuu che la curva dell’Intenazionale gli indirizzava da inizio partita. Fu un grosso scandalo mediatico, ripreso a più non posso da tutte le televisioni del mondo occidentale, per poi finire nel dimenticatoio. Un’altra volta ancora i mass media avevano trasformato un atto di coraggio nella possibilità di ergersi davanti all’opinione pubblica a paladini dell’anti – discriminazione razziale. La gara nei dibattiti televisivi a chi fosse il più “moralista” è stato l’ennesimo squallido esempio della decadenza della nostra civiltà. Ed ora, a Barcellona, apre un museo sugli Ultras di tutto il mondo, e una delle stanze museali è proprio dedicata al peggio del tifo italiano. Una sola stanza sembra addirittura troppo poco. Si va dal famigerato motorino lanciato giù dalla curva interista alla riproduzione degli striscioni più offensivi e degradanti. Ma in mezzo al locale non poteva che campeggiare l’impiccato di colore, con addosso la muta dai colori sociali del ( guarda caso) Verona. Episodio del 1997, quando nella curva scaligera comparve l’impiccato, in riferimento al calciatore Ferrier, che la società era intenzionata a comprare; In questo modo l’ignoranza veronese decise di esprimere il proprio, come dire, dissenso. Come insegna uno dei più grandi storici greci, Posidonio di Rodi, l’umanità progredisce nel miglioramento delle proprie condizioni di vita, ma è destinata a una sempre più marcata decadenza dei valori morali. Un giorno il mondo si distruggerà per conflagrazione, e la ragione, il logos, governerà il mondo. Fissiamo una data? |
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