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SEX AND THE CITY 2, di Michael Patrick King Stampa E-mail
Scritto da Chiara Fiorentini   
martedì 29 giugno 2010
 SEX AND THE CITY 2, di Michael Patrick KingSex and the City 2, di Michael Patrick King

USA 2010

Con Sarah Jessica Parker, Kristin Davis, Cynthia Nixon, Kim Cattrall.

 

Voto:

3

Sceneggiatura di Michael Patrick King, Candance Bushnell e Darren Star.

SINOSSI: Le Ragazze sono tornate. Quasi tutte accasate, tranne la solita Samantha, e tutte con qualche problema inutile da risolvere. Dopo la prima di un film, Samantha conosce lo sceicco di Abu Dabhi che  le invita tutte e quattro al suo lussuosissimo albergo. Quindi partono e anche nel paese straniero non cesseranno di essere alla moda e scintillanti come sempre.


È veramente difficile non parlare male di questo film. E’del tutto impossibile non parlare male di questo film. E’ decisamente inimmaginabile riuscirci. Sex and the City 2 è una pellicola orribile. E a dirlo è praticamente tutta la critica cinematografica mondiale. La serie era divertente, carina e irriverente. Il film è brutto, svilente, irrispettoso e noioso.

La storia non esiste. Il film non ha praticamente una trama. Alle ragazze, per le due ore e venticinque  minuti di questa interminabile pellicola, non succede quasi nulla. Si cambiano di abito, cambiano scarpe, indossano orribili cappelli, offendono con le loro parole, atteggiamenti e abbigliamento il paese che le ospita per la loro vacanza e non imparano nulla. Il fatto che la parte più divertente del film sia Samantha che, guardando le salsicce australiane, commenta dicendo che per colpa della menopausa lì sotto non sente nulla è un chiaro esempio di quanto in basso si sia caduti con questo film.

Si potrebbe discutere di come la cara Carrie abbia visto i suoi sogni di un matrimonio scintillante con il caro vecchio Big si siano infranti su un divano davanti a un televisore (sai che dramma), o di come la vita da moglie e madre di Charlotte si sia trasformata in un incubo a causa delle figlie viziate che, come diavoli venuti dal profondo inferno, le sporcano la gonna vintage color panna di Valentino, o di Miranda sempre e costantemente bistrattata nel suo studio in quanto “donna con una voce”, o di Samantha imbottita di ormoni per la menopausa. Ma ne sentiamo veramente il bisogno? Questi nuovi e allucinanti problemi che avvolgono le vite ancora lussuose e patinate delle ragazze – che ormai sono diventate grandi, adulte e rugose (in certi primi piani sembra che le loro facce stiano per rompersi come un vaso di terra cotta) – sono davvero così tanto interessanti da girarci una pellicola? Si può osare dire che i loro nuovi problemi siano una continuazione dei temi della serie a dimostrazione che non è meramente un grande product pleacement? È vero che Carrie voleva essere indipendente aveva il terrore di restare intrappolata e infine si trova a doversi “accontentare” di una semplice vita con Big (distruggendo così il tema dell’emancipazione femminile tanto cara alla serie), è vero che Miranda capisce che non ha senso continuare a lottare con gli uomini per arrivare dove vuole, meglio arrendersi e fare la madre e ritagliarsi un posto di lavoro più semplice, a misura di donna, meno competitivo (ma dove è andato a finire il potere femminile? e l’uguaglianza tra i sessi?) e è vero che Charlotte non si sarebbe mai immaginata una vita matrimoniale così complicata al punto di sentire il bisogno di staccare per qualche giorno dalla famiglia che aveva tanto amato, ma possiamo realmente dire che ci stanno raccontando qualcosa che andava la pena essere narrato? Personalmente non credo. Tutte queste cose sono solo un pretesto estremamente noioso, usurato e svilente per mettere in scena un’enorme sfilata di abiti e marchi. E tutto questo non è veramente accettabile.

Per quelli/e che amavano la serie e la seguivano - che si erano appassionati alle avventure delle quattro ragazze - non resta che una profonda sensazione di amaro in bocca. Non può restare che arrabbiarsi. Perché di quelle donne forti, indipendenti e fashion addicted si sono salvate solo le scarpe. 



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